lunedì 22 febbraio 2010

Alla scoperta del Lazio dimenticato

Alla scoperta del Lazio dimenticato
Gabriele Simongini
22/02/2010 IL TEMPO

Da Palazzo Chigi di Ariccia a Villa Lante di Bagnaia, viaggio nel museo diffuso attorno a Roma. E la sovrintendente ai Beni artistici rilancia: basta steccati, ci vogliono sinergie con la Capitale.

Villa Lante a Bagnaia, Viterbo «Roma nel Lazio, il Lazio a Roma». Ecco la dichiarazione d'intenti appena lanciata dalla nuova Soprintendente per i Beni Storici ed Artistici del Lazio, Anna Imponente, pronta a promuovere una piccola rivoluzione nei musei regionali. «Dobbiamo superare – spiega – una radicata mentalità localistica, che ostacola una proficua sinergia culturale tra Roma e le altre città del Lazio. Per esempio, se si pensa ad un evento sulla famiglia Chigi non ha molto senso organizzarlo solo a livello di cittadina locale ma quanto meno a livello regionale, Roma compresa. Vogliamo creare una rete diffusa di progetti sul territorio per intercettare anche le nuove forme di turismo. Penso ad un itinerario della spiritualità. E in proposito collaboriamo con una casa di produzione cinematografica per un documentario sulle abbazie benedettine del Lazio».


Dal suo ufficio romano di Piazza San Marco, nelle cui sale il grande Antonio Canova fra il 1810 e il 1814 aveva diretto l'Accademia di Belle Arti del Regno d'Italia, Anna Imponente è una fucina di iniziative. «Andando a vedere – incalza – lo straordinario Palazzo Farnese a Caprarola: mi sono resa conto di quanto siano carenti le indicazioni didattiche. Avviene anche altrove. Ecco, bisognerà creare un progetto didattico efficace, capace ad esempio di raccontare lo strepitoso collezionismo dei cardinali rinascimentali. E poi occorre valorizzare la storia di luoghi eccezionali, da Viterbo a Tivoli, da Bagnaia ad Oriolo Romano, ed integrarla con le tradizioni etnoantropologiche e le nuove realtà dell'economia locale. Senza trascurare un potenziamento dei mezzi di collegamento, in accordo con gli enti territoriali».


La Imponente pensa pure al turismo internazionale e quindi alla realizzazione di materiale informativo anche in lingue orientali, con particolare attenzione per la Cina, visto che quello appena iniziato è «l'anno della Cina in Italia». «Promuoveremo conferenze – dice – per valorizzare il territorio laziale in collaborazione con la Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale. Poi, tengo molto a due riviste: la prima, “Latium”, nata durante la precedente gestione, è ordinata per secoli e attenta alle linee artistiche che si sono succedute fino al ‘900; la nuova, “Guida al patrimonio storico-artistico del Lazio”, sarà una vetrina sui ritrovamenti, i restauri e i musei della regione».


E a proposito di restauri, la Imponente vuole dar vita finalmente ad un laboratorio di restauro della Soprintendenza negli spazi del Mattatoio, a Testaccio. Neppure l'arte contemporanea resta esclusa dai suoi progetti, vista anche l'esperienza maturata alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna: «Villa d'Este a Tivoli – precisa – ospiterà sempre di più rassegne d'arte contemporanea e di grandi fotografi che hanno inseguito un personale rapporto con la classicità. Ma anche la sede della Soprintendenza a Piazza San Marco si sta arricchendo con interventi permanenti di artisti contemporanei, oltre ad un omaggio ad un grande scultore come Lorenzo Guerrini. E forse bisognerà pensare anche al lavoro di un gigante come Umberto Mastroianni, poiché mi risulta che molte sue opere attendono ancora una collocazione definitiva ad Arpino».


Ma c'è un pensiero costante nel cuore della Imponente ed è rivolto all'Abruzzo, essendo stata Soprintendente a l'Aquila proprio durante l'emergenza terremoto. «La nostra regione – ci dice – deve coltivare un legame con l'Abruzzo nel segno di una forte continuità territoriale e storica, come dimostra ad esempio Amatrice, oggi in provincia di Rieti ma fino al 1927 parte integrante della provincia dell'Aquila».
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nel disegno, dal nostro archivio: Villa D'Este - Tivoli

venerdì 12 febbraio 2010

VISITA GUIDATA MOSTRA: " LA CAMPAGNA ROMANA"

da facebook
link evento http://www.facebook.com/event.php?eid=297813629826
VISITA GUIDATA MOSTRA: " LA CAMPAGNA ROMANA"

Data: sabato 13 febbraio 2010
Ora: 16.00 - 18.00
Luogo: Complesso del Vittoriano
Indirizzo: Via San Pietro in Carcere
Città/Paese: Rome, Italy

SABATO 13 FEBBRAIO ore 16.00

" LA CAMPAGNA ROMANA DAI BAMBOCCIANTI ALLA SCUOLA ROMANA"
Complesso del Vittoriano. Via San Pietro in Carcere

Protagonista Roma e la suggestiva campagna romana nell'arte figurativa:
in mostra 150 opere tra olii, acquarelli, disegni e incisioni provenienti
da collezioni private ed esposte per la prima volta al pubblico. Un viaggio nel tempo e nella memoria che prende il via dai Bamboccianti - scuola pittorica del '600 che vede come maestro Pieter Van Laer- agli artisti che visitavano Roma in occasione del Grand Tour - Hubert Robert- fino ad arrivare ai primi del Novecento ed ai grandi pittori della Scuola Romana
-Giulio Turcato, Corrado Cagli e Francesco Trombadori-. Il fascino della campagna romana, della sua luce fra i Colli Albani, le montagne paludose della Sabina fino al Circeo, sorprende nell'opera di Bartolomeo Pinelli, Pittor de Roma, che rende il dettaglio delle osterie romane popolate da personaggi vestiti in costumi tipici, gli stessi presenti nel museo. Una mostra che svela squarci e immagini di una Roma ormai sparita.

Costo: 12 Euro ( ingresso gratuito per tutti: la quota comprende la prenotazione, la visita e le cuffie)
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Appuntamento davanti l'ingresso del museo.
ULTIMO GIORNO MOSTRA


domenica 7 febbraio 2010

martedì 2 febbraio 2010

Le ville venete in un catalogo: più di 3.800, ma pochi soldi.


Le ville venete in un catalogo: più di 3.800, ma pochi soldi.
IL GAZZETTINO – 2 febbraio 2010

Le ville venete sono un patrimonio che il mondo ci invidia, ma non esistono solamente le dimore monumentali che tutti conoscono, a cominciare da quelle palladiane. Nel solo Veneto le ville sono quasi 3 800, di cui solamente la metà sono sottoposte a vincolo di tutela da parte dello Stato. Le rimanenti sono in grave pericolo: 223 sono in pessimo stato di conservazione, 35 sono ridotte ormai a ruderi e tre sono state addirittura demolite negli ultimi dieci anni. Sono le cifre di una débacle culturale, quelle descritte dalla presidente dell'Istituto regionale ville venete, Nadia Qualarsa, che ieri ha presentato nella sede della Cassa di risparmio di Venezia, il catalogo integrale delle costruzioni, accessibile da subito su Internet all'indirizzo http//catalogo irvv net. Qui si troveranno la descrizione del manufatto, notizie storiche, dati analitici, stato di conservazione, informazioni sui restauri, utilizzi attuali, orari di apertura al pubblico, proprietà e vincoli. «L'operazione - spiega Qualarsa - ha richiesto un anno di lavoro e un investimento di 230 mila euro, ma alla fine il risultato è tangibile, nel senso che è a disposizione di tutti una mole immensa di documentazione che prima era accessibile solo agli studiosi che per reperirle si dovevano recare in molti luoghi differenti». Approfittando della presenza del vicepresidente del Consiglio regionale, Carlo Alberto Tesserin, Qualarsa ha ricordato come un finanziamento di soli 300 mila euro l'anno sia insufficiente alle esigenze dell'ente. La provincia con il maggior numero di ville venete è Treviso (785), seguita da Verona (676), Vicenza (670), Padova (633), Venezia (573), Rovigo (251) e Belluno (195). Solo 159 (il 4,2 per cento del totale) sono le ville aperte regolarmente al pubblico per visite in orari prestabiliti.
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nota, nel disegno, dall'archivio del nostro blog:
Monumento ad Andrea Palladio eretto in Vicenza

Mettiamo ordine al disordine del suolo

Mettiamo ordine al disordine del suolo

Europa del 29 gennaio 2010

Elisabetta Zamparutti

E' stata approvata all' unanimità dall`aula di Montecitorio una mozione unitaria sulla messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione edilizia e redlizia sostenibile. La discussione ha preso l`avvio da un testo dei radicali firmato da tutti i parlamentari del Pd in commissioneambiente, frutto di un lavoro congiunto con le associazioni ambientaliste Wwf, Legambiente, Comitato nazionale del paesaggio, Fai e con l'Istituto nazionale di urbanistica e la maggioranza che ha dato un importante contributo quanto ai dati sul dissesto idrogeologico del paese.
Un testo originariamente scritto allindomani dellalluvione che colpì Messina e che è stato votato a distanza di pochissimi giorni dalla tragedia di Favara. Drammi diversi certo, ma comunque tragica espressione della cattiva gestione del territorio, dell'assenza di un' efficace azione di tutela e delle gravissime carenze della politica urbanistica ed edilizia che ha connotato gli ultimi sessant'anni.
Stella polare del testo approvato è il principio per cui il suolo è una risorsa ambientale non riproducibile la cui trasformazione produce effetti su ambiente e paesaggio. Ne consegue, e tutti i gruppi parlamentari hanno contribuito fornendo dati sullo stato di sovra urbanizzazione del paese, la necessità di privilegiare, anche ai fini del rilancio del settore dell`edilizia, la trasformazione e la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente privo di qualità e non sismico, nonché la delocalizzazione degli edifici costruiti in aree a rischio o non idonee.
Sono decenni che Marco Pannella, Aldo Loris Rossi e il Partito radicale pongono alfattenzione della politica italiana ed europea questo problema in particolare per l`area vesuviana e dei Campi Flegrei.
Ma la mozione pone anche l`attenzione su altri concetti: si parla di efficienza energetica degli edifici, di "casa qualità" e di qualità archittetonica, oltre che di protezione dellintegrità delle aree agricole e di "controprestazioni ecologiche" come già avviene in Germania, Olanda e Stati Uniti.
Ma soprattutto si è preso atto del disordine che regna in tema di monitoraggio degli usi, e dunque anche dei consumi ed abusi, di suolo, disordine che è stato funzionale a mio avviso al saccheggio del territorio ad opera di tutte le forze politiche che si sono succedute dal dopoguerra in poi. Su questo l`impegno del governo è, da oggi, ad avviare unanalisi sistematica degli usi del suolo su tutto il territorio nazionale secondo criteri uniformi e a rafforzare la dotazione strumentale cartografica sugli usi dello stesso. Come radicali, ma con una proposta di legge ad hoc, chiediamo poi anche l`istituzione di un Osservatorio nazionale sugli usi del suolo. Insomma ravvio, se penso allaccezione propria che il termine ha nel linguaggio domestico, del governare come capacità di mettere e tenere in ordine in casa propria. Il voto però è stato, come avviene nei contratti, solo l`apposizione di una firma su un accordo, quello tra parlamento e governo. Ora inizia la fase più difficile, quella dell'esecuzione dello stesso.