martedì 26 luglio 2011

L´allarme del Fai: così si rischia di massacrare il paesaggio lombardo

L´allarme del Fai: così si rischia di massacrare il paesaggio lombardo
DOMENICA, 24 LUGLIO 2011 LA REPUBBLICA - Milano

Ilaria Borletti Buitoni: "Non è vero che il Milleproroghe imponeva il riordino"

Se si riducono le aree protette a forza di deroghe ed eccezioni finirà come a nord di Milano dove si è costruito senza freni
Lo scrittore francese definì questo come il giardino d´Europa poi è avvenuto il più ampio scempio d´Italia

Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Fondo ambientale italiano, che cosa cambierà nella gestione dei parchi con la legge che la Regione si prepara a votare?
«Se sarà approvato il testo licenziato in commissione saranno ridotte le tutele per il patrimonio naturale e paesaggistico, nel malcontento degli enti locali. Non si capisce per quale necessità sia fatta una simile legge».
La Regione sostiene che sia il decreto Milleproroghe a prevedere il riordino degli enti che governano i parchi
«Lo sostiene, ma non è vero. I nostri legali hanno analizzato la materia e i parchi lombardi non rientrano fra gli enti di cui andava rivista la governance».
Avete intenzione di opporvi?
«Vedremo se sarà possibile rendere l´applicazione della legge difficile o impossibile, se necessario anche con azioni legali».
Significa che comincerete a fare ricorsi al Tar il giorno dopo l´approvazione?
«Il tribunale è l´ultima delle possibilità che prendiamo in considerazione. La speranza è che la politica riesca quantomeno a evitare il peggio».
E cos´è il peggio, in questo testo di riordino dei parchi?
«Un cambio radicale delle regole sarebbe dovuto essere sostenuto da investimenti. Così non è una riforma, ma un contenitore vuoto. E la possibilità di revisione dei confini dei parchi è quantomeno inopportuna».
Quale rischio immagina nella facoltà di restringere le aree di parco da parte dei Comuni?
«Il rischio è che i parchi vadano riducendo la propria estensione, e che a forza di deroghe nelle zone protette il paesaggio sia massacrato. Bisogna evitare che succeda altrove quello che già è accaduto in Brianza».
Che cosa è successo in Brianza?
«A forza di permessi ed eccezioni si è costruito senza freni. Stendhal definiva la Brianza come il giardino d´Europa, la meraviglia dell´intero continente. Oggi non penso userebbe le stesse parole».
Guardando al futuro, qual è l´area a maggior rischio di cementificazione in Lombardia?
«Un fronte aperto è quello del Parco agricolo Sud Milano, a cui teniamo molto. La sua dignità culturale dovrebbe essere tutelata, invece le costruzioni mangiano territorio. E nessuno si premura di dichiararlo parco regionale. Ma il problema è generale, in Lombardia è avvenuto il più ampio scempio paesaggistico in Italia».
Ha mai rappresentato le sue preoccupazioni a Formigoni, proponendo una collaborazione con il Fai?
«È stata una delle prime cose che ho fatto un anno fa, quando ho assunto la presidenza. Ma da allora non mi sembra che la Regione si sia occupata molto di paesaggio, anzi».
Non crede che entrando negli organi di gestione dei parchi la Regione voglia farsi carico del problema ambientale?
«Di per sé la presenza della Regione nel governo dei parchi non è negativa, ma il timore è che sia un´accelerazione verso una minor tutela, e allora l´ingerenza sarebbe insopportabile. Sono troppi i casi in cui il Pirellone spinge per grandi trasformazioni infrastrutturali. Sulla terza pista di Malpensa, cara alla Regione, abbiamo presentato ricorsi insieme con il Wwf».
(f. v.)

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