martedì 15 novembre 2011

“Il cemento ha consumato la terra”

il Fatto 6.11.11
Il geologo Mario Tozzi
“Il cemento ha consumato la terra”
Michela Gargiulo

Un consumo bulimico del territorio”. Quello che è successo a Genova e alle Cinque Terre non è soltanto l’effetto della natura che cambia. Mario Tozzi, impegnato su Radio 2 per la trasmissione “Tellus”, studia da anni questi fenomeni.
Tozzi, in poche ore è piovuto quanto piove in un anno. Quali sono le ragioni?
Sono ormai 20 anni che assistiamo a piogge sovrabbondanti. Ci sono state anche discussioni in Senato, non siamo solo noi geologi a dirlo. Poi il territorio italiano è giovane, attivo. Questo è un paese dove ci sono vulcani, terremoti, fenomeni di assestamento. Un terzo motivo è che abbiamo avuto un consumo bulimico del territorio. Cemento e infrastrutture hanno consumato la terra. Abbiamo mangiato il suolo rendendo il terreno impermeabile. L'acqua non penetra più, scivola e va via. Si è costruito troppo dove non si doveva. Le case sono state costruite anche sugli argini dei fiumi. A ogni disastro tutti pongono il problema dei detriti che ostruiscono il corso dei fiumi. Il problema non sono tanto i detriti, ma il fatto che l'uomo ha ridotto gli alvei dei corsi d'acqua.
I morti della Liguria sono come quelli di Giampilieri, a
Messina. Colpa della natura o dell'uomo?
La colpa è dell'uomo, le catastrofi naturali non esistono. Abitiamo in posti dove non dovremmo stare. I genovesi d'altri tempi stavano nelle alture.
Si parla di cambiamenti climatici e surriscaldamento del pianeta. È un fenomeno irreversibile o si può intervenire?
È un fenomeno parzialmente naturale, ma l'uomo ha accelerato il processo di surriscaldamento. Il carattere violento di queste perturbazioni ne è una conseguenza. Si devono ridurre le emissioni inquinanti. È un processo che deve riguardare tutti i paesi del mondo.
L'Italia è un paese a forte rischio idrogeologico. Quali sono le regioni più a rischio?
La Liguria e la Toscana, ma anche l'alto Lazio, la Campania e la Sicilia. Io considero a rischio frane anche il Trentino. Lì però non si sono mai registrate vittime perchè c'è stato un uso più attento del territorio.
Quali scelte deve fare la politica nei territori a rischio?
I sindaci devono fare un passo indietro rispetto all'uso del territorio. Purtroppo si pensa che si guadagni consenso solo con l'edilizia e il cemento.
L'associazione dei Comuni virtuosi lancia una proposta: moratoria sulle grandi opere e i soldi da destinare contro il dissesto idrogeologico. Che ne pensa?
Sono d'accordo. Li conosco e sarò con loro lunedì prossimo.
Cosa si deve insegnare ai nostri figli?
Bisogna che capiamo prima noi che è necessario fare un passo indietro rispetto a scelte non rispettose della natura e del territorio. Riprendere ritmi naturali, rinaturalizzare i corsi d'acqua, ritornare a vivere dove e come si viveva un tempo. Il cemento non serve,, bisogna recuperare la terra.

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