"Dai mercati a Ostia, no alla colata di
cemento". Italia Nostra e 33 comitati si mobilitano contro le varianti
urbanistiche in Comune
LAURA SERLONI
DOMENICA, 09 DICEMBRE 2012, LA REPUBBLICA, Roma
LAURA SERLONI
DOMENICA, 09 DICEMBRE 2012, LA REPUBBLICA, Roma
Dagli ambientalisti stop alle delibere sulle aree storiche rionali e sulle aree militari dismesse
Milioni di metri cubi di cemento rischiano di abbattersi sulla città: dal Velodromo al Water front di Ostia, dalla compensazione Santa Fumia al raddoppio della centralità Romanina, fino alla valorizzazione delle aree militari dismesse e allo scambio immobiliare dei mercati Metronio, Pinciano e Trieste. La deadline, per portare in Aula tutta questa serie di delibere, dovrebbe essere gennaio. «Si vuole approvare - dicono decine di associazioni e comitati in una lettera inviata al sindaco Alemanno - una manovra urbanistica complessa e dirompente ai danni soprattutto dell´Agro romano. Si dimostra la volontà di continuare a forzare i regolamenti comunali per approvare degli atti in variante al piano regolatore generale e al piano territoriale paesistico regionale».
Si tratta di progetti che prevedono, nella maggior parte dei casi, migliaia di nuovi appartamenti in zone densamente popolate. Insomma, un vero e proprio assalto all´Agro romano. «Si tratta - commenta Italia Nostra - di una manovra pesantissima dal punto di vista dell´impatto sull´ambiente e sul tessuto sociale della nostra città. Non ci risultano studi effettuati sulla sostenibilità ambientale, nessuna pianificazione sull´autosufficienza energetica e nessuna quantificazione in termini di perdite economiche delle attività presenti sulle aree da cementificare e su come ripianarle».
L´appello al primo cittadino è firmato da tantissime realtà ambientaliste, cittadine e commerciali: dall´associazione amici di Monte Mario al Progetto Celio, da Assocommercio Roma nord a Cittadinanzattiva Lazio, dal comitato Serpentara a quello di Delle Vittorie e Salute e Ambiente Eur fino a Territorio Roma e Urban Experience. Tutti compatti chiedono una moratoria ai provvedimenti. E che si proceda al recupero e al riuso delle aree dismesse. Di più. La proposta è di avviare un censimento degli edifici sfitti, vuoti e inutilizzati della città.
«Il sindaco e la sua giunta - commenta Luigi Tamburrino di Territorio Roma - vogliono lasciarci Roma in espansione sull´Agro romano e ipotecare la città consolidata con un pericoloso approccio immobiliaristico. Crediamo che è finito il tempo dell´espansione e che è necessario puntare alla riqualificazione del territorio perseguendo innanzitutto l´interesse pubblico, e su questo obiettivo chiediamo a tutti, non solo di contrastare la manovra ma anche di mobilitarsi nei territori e in ogni altra sede per affermare un´altra idea di pianificazione generale». E aggiungono Matilde Spadaro e Vincenzo Vecchio, fondatori di "Atuttaleur": «In gioco ci sono migliaia di metri cubi in zone pregiate della città. Tutti casi diversi ma connotati da un unico denominatore: quello dell´incremento delle volumetrie in aree tutelate a vario livello e preziose per l´equilibrio urbanistico della città. Non si può pensare che si decida del futuro di una città votando delibere a spron battuto che incidono su territori ed assetti tanto delicati come l´Agro, le aree di riserva e in particolare il Velodromo».
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