mercoledì 14 dicembre 2011

L´atto d´accusa della Coldiretti "I disastri? Colpa dell´avidità"

L´atto d´accusa della Coldiretti "I disastri? Colpa dell´avidità"
MARCO PREVE
GIOVEDÌ, 03 NOVEMBRE 2011 LA REPUBBLICA Genova

Il presidente regionale Germano Gadina: "Ogni anno le stesse domande"

"Continuo furto di terreno agricolo utilizzato per edificare e cementificare"

La violenza eccezionale delle piogge, certo, ma c´è anche un´altra componente, che fino ad oggi nessuno aveva tirato in ballo così chiaramente, per trovare le possibili cause del disastro dello spezzino: l´avidità.

Lo fa Germano Gadina, presidente regionale per la Liguria degli agricoltori di Coldiretti: «In Liguria l´avidità si è mostrata, negli ultimi 50 anni, nel continuo furto di terreno agricolo utilizzato per edificare, cementificare, appiattire, livellare, apportare modifiche permanenti al bene "paesaggio" con l´erronea convinzione che i processi costruttivi potessero essere la chiave dell´economia ma in realtà con una sola certezza: sui terreni dove si è costruito, l´attività agricola non si farà mai più».

Il tema è quanto mai attuale specie dopo che il tema dell´abbandono della terra - come coltivazione e quindi come cura - da parte di molti abitanti delle Cinque Terre, a favore della rendita garantita dall´affitto delle case ai turisti sta suscitando un acceso dibattito che vede tra i più duri contestatori di questa svolta lo scrittore spezzino Maurizio Maggiani.

«Probabilmente - dice Gadina - considerata la caratteristica dell´evento nessuna opera dell´uomo sarebbe stata d´aiuto per evitare tale disastro. Ciò nonostante, a meno di un anno dalle alluvioni che avevano provocato milioni di euro di danni sempre nel territorio di La Spezia, siamo nuovamente qui, attoniti e disperati, per farci delle domande e darci delle risposte».
Gadina si rifà alle recenti parole del cardinale Angelo Bagnasco sull´avidità come peccato capitale dei nostri tempi per poi chiedersi: «Non so se dopo 50 anni di questa impostazione, aggravata dai più vasti cambiamenti climatici di carattere mondiale, si sia giunti al punto di non ritorno. So solo che è necessario il forte impegno delle istituzioni, spesso non del tutto compiuto, per salvaguardare le aree sensibili della nostra regione attraverso il mantenimento dell´attività agricola. Coldiretti si è sempre impegnata nel sottoporre all´attenzione delle amministrazioni locali le proprie proposte, partendo dal presupposto inequivocabile che l´attività agricola è una importante risorsa economica che si presta benissimo a valorizzare l´altra risorsa, quella turistica, per la quale la nostra regione primeggia. Oggi più di ieri è chiaro che se continuiamo con il solo cemento spariranno entrambe».

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