venerdì 2 marzo 2012

Paesaggio con olivi sul mediterraneo: sarà patrimonio dell'umanità?

Paesaggio con olivi sul mediterraneo: sarà patrimonio dell'umanità?
di Emanuele Coen
L'Espresso, 6 gennaio 2012

Una grande striscia verde, milioni di ettari di oliveti, si estende a macchia lungo le sponde del Mediterraneo. Un tempo dall'Hiberia partivano i rifornimenti di olio per Roma, e anche ora la Spagna è il primo produttore mondiale. In Albania si realizza invece l'ottima varietà Kalinjot e la provincia di Meknes, in Marocco, vicino al sito archeologico di Volubilis, ospita centinaia di piante secolari. Così si prosegue fino all'Italia, dove la filiera dell'oro verde dà lavoro a un milione di persone.
Oggi oltre il 95 per cento dell'olio d'oliva prodotto nel mondo proviene dall'area del Mare Nostrum, dove però ognuno difende le proprie specialità senza fare squadra, con il rischio che Australia, Stati Uniti, Cile e Argentina guadagnino spazio sui mercati. Ora però, a un anno dal riconoscimento della dieta mediterranea come patrimonio immateriale dell'umanità, presto sul tavolo dell'Unesco potrebbe finire il dossier per sostenere la candidatura del paesaggio olivicolo mediterraneo. L'associazione nazionale Città dell'olio ha infatti dato vita a Imperia alla Rete delle città dell'olio mediterranee (Recomed), coinvolgendo 15 Paesi: oltre al nostro, Albania, Algeria, Croazia, Francia, Grecia, Israele, Libano, Marocco, Montenegro, Portogallo, Slovenia, Spagna, Tunisia e Turchia.
"Ci si schiera non solo a tutela di un paesaggio geografico" dice Enrico Lupi, presidente dell'associazione, "ma soprattutto di cultura, storia e tradizioni millenarie comuni. Inoltre, vogliamo creare un network in grado di controbilanciare, nel settore agricolo comunitario, il peso dei Paesi del Nord e del Nord-Est dell'Europa".
L'iniziativa fa riflettere anche sull'urgenza di tutelare il territorio. Solo in Liguria, infatti, negli ultimi dieci anni la superficie agricola utilizzata è calata del 32 per cento, il record negativo tra le Regioni italiane, con conseguenze pesanti sull'occupazione. Con qualche eccezione. "Negli ultimi tempi infatti" dice Lupi "nella zona del Ponente ligure molti giovani sono tornati a occuparsi degli oliveti".
E per far scoprire a tutti le qualità del loro olio, dal 4 febbraio al 31 marzo, venti comuni della Riviera dei Fiori ospiteranno Olioliva (olioliva.tv), con weekend di degustazioni, visite guidate a frantoi, oliveti, ristoranti e osterie per celebrare l'extravergine di olive taggiasche, una delle varietà più pregiate made in Italy.
Tra centinaia di etichette Dop e Igp il mondo dell'olio assomiglia del resto sempre di più a quello del vino. E fra i gourmet e assaggiatori c'è Marco Oreggia, autore, insieme a Laura Marinelli, di Flos Olei 2012 (Marco Oreggia editore, pp. 800, euro 30), monumentale guida ai migliori extravergine del mondo. "Su 1.300 varietà mondiali, circa 700 sono italiane" dice. "E se, per il vino, la diaspora delle varietà parte da Italia e Francia, per l'olio sono Italia e Spagna ad averle traghettate nel resto del pianeta".

Nessun commento:

Posta un commento