L’AGRICOLTURA È STATA ESPULSA DAL TERRITORIO
GINO VANNUCCI
VENERDÌ, 23 NOVEMBRE 2012, IL TIRRENO, Massa - Carrara
I Dati DEL settore
Negli ultimi 40 anni le aziende agricole in provincia sono passate da 17.000 a sole 3293
* Agricoltura, agronomia e fossi … dimenticati
I principali dati del
Territorio e dell'Agricoltura della Provincia di Massa Carrara dicono
che la Superficie Agricola Totale (SAT) della Provincia è passata da
90.000 Ha del 1970 a 20.000 Ha nel 2010, mentre la Superficie Agricola
Utilizzata (SAU) è scesa da 45.000 Ha del 1970 a 10.000 Ha nel 2010. Il
Rapporto provinciale fra la Superficie Territoriale Totale (circa 115.00
Ha) e la Superficie Agricola Totale negli anni 70 era del 75%; nel 2010
è arrivato al 20%, il più basso fra le Province Toscane, che ha una
media regionale del 60%. Le Aziende Agricole Apuane negli ultimi 40 anni
sono passate da 17.000 a 3.293; di queste, il 40% coltiva una
superficie minore di 1 Ha. Nel Comune di Massa l'andamento al ribasso
dei dati sull'agricoltura è ancora più accentuato di quello provinciale,
e tende irrimediabilmente allo zero. Negli ultimi dieci anni si
registra un calo del 70% nel numero di Aziende, e del'85% dei terreni
coltivati (SAU). Le superfici coltivate a seminativi, orti, coltivazioni
legnose agrarie (vite, olivo, frutti e agrumi), e orti familiari
comprendono ormai solo circa 250 Ha, pari al 2,5% dell'intera superficie
comunale e al 5,6% di quella pianeggiante. I pochi operatori agricoli
rimasti, inoltre, subiscono i danni diretti ed indiretti dovuti al
degrado generale dell'ambiente del territorio. Ad esempio nella fascia
compresa fra il mare e l'autostrada, che va da Ricortola a Poveromo,
ormai, da anni, non riescono ad avere un franco di coltivazione privo da
ristagni idrici che gli permetta di avere una buona riuscita
quanti-qualitativa nella produzione degli ortaggi. “ Mirate. ... mirate,
… le verdure al marciscene tutte, … an se po' manco entrare in tel
campo” è la frase che si sente comunemente riferire da questi
agricoltori-cittadini. Ora oltre ai campi, sono sempre allagati anche i
giardini e le cantine. Tutto questo riporta ad una gestione di tutta la
rete di fossi e canali che hanno caratterizzato l'area della pianura
massese, ormai collassata, anche in presenza di piogge ordinarie. La
fascia collinare-montana risente della mancanza di coltivazione del
bosco e del sottobosco, che spesso è inversamente proporzionale all'età
del conduttore, o del tutto assente per l'abbandono dell'area. Come
riportato dai dati dell'ultimo Censimento dell'Agricoltura, le Aziende
Agricole fanno anche lavori di manutenzione non legate alla attività
produttiva, ma che riguardano il paesaggio agrario (Comune di Massa:
manutenzioni di muretti 12% delle Aziende, manutenzioni di siepi e
filari di alberi 2% delle Aziende) della quali, poi ne possono poi
beneficiare tutti i cittadini. Poca cosa certo, ma in alcuni casi il
dato è il doppio della media nazionale. La mancanza di Norme per il
Governo del Territorio ha permesso il disordine assoluto nello sviluppo
urbanistico della città, per cui anche una pioggia ordinaria mette in
crisi non solo il settore agricolo ma tutta l'area comunale. Se a queste
situazioni agronomico-forestali, aggiungiamo l'erosione, l'inquinamento
chimico della zona industriale e quello organico del depuratore, si può
dire che tutto l'ambiente del territorio massese negli ultimi 50 anni è
stato fortemente compromesso. Che cosa si vuol fare, continuiamo a
sperare che non piova, o che piova poco? Se diamo per accertato che i
fenomeni atmosferici potranno essere nei prossimi anni sempre più spesso
a carattere temporalesco, forse dovremmo rivedere i modelli e le opere
di riferimento per la regimazione e lo scolo delle acque fino ad oggi
adottati, riportandoli, localmente, a ordinarie Regole per Governo
Territorio, abbinandole, ovviamente, al massimo rispetto della natura e
dei cicli naturali. Se invece la situazione è irrecuperabile,
considerando lo stato fisico dell'acqua, allora, nel periodo delle
piogge, dovremmo trasformare le strade in “strade-alveo” in modo da far
scorrere l'acqua verso il mare, lungo le strade asfaltate, avendo cura
di “ormeggiare” e non parcheggiare l' automobile. * Gino Vannucci è
dottore agronomo