mercoledì 10 aprile 2013

L’AGRICOLTURA È STATA ESPULSA DAL TERRITORIO

L’AGRICOLTURA È STATA ESPULSA DAL TERRITORIO
GINO VANNUCCI
VENERDÌ, 23 NOVEMBRE 2012, IL TIRRENO, Massa - Carrara

I Dati DEL settore 
Negli ultimi 40 anni le aziende agricole in provincia sono passate da 17.000 a sole 3293
* Agricoltura, agronomia e fossi … dimenticati 
I principali dati del Territorio e dell'Agricoltura della Provincia di Massa Carrara dicono che la Superficie Agricola Totale (SAT) della Provincia è passata da 90.000 Ha del 1970 a 20.000 Ha nel 2010, mentre la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) è scesa da 45.000 Ha del 1970 a 10.000 Ha nel 2010. Il Rapporto provinciale fra la Superficie Territoriale Totale (circa 115.00 Ha) e la Superficie Agricola Totale negli anni 70 era del 75%; nel 2010 è arrivato al 20%, il più basso fra le Province Toscane, che ha una media regionale del 60%. Le Aziende Agricole Apuane negli ultimi 40 anni sono passate da 17.000 a 3.293; di queste, il 40% coltiva una superficie minore di 1 Ha. Nel Comune di Massa l'andamento al ribasso dei dati sull'agricoltura è ancora più accentuato di quello provinciale, e tende irrimediabilmente allo zero. Negli ultimi dieci anni si registra un calo del 70% nel numero di Aziende, e del'85% dei terreni coltivati (SAU). Le superfici coltivate a seminativi, orti, coltivazioni legnose agrarie (vite, olivo, frutti e agrumi), e orti familiari comprendono ormai solo circa 250 Ha, pari al 2,5% dell'intera superficie comunale e al 5,6% di quella pianeggiante. I pochi operatori agricoli rimasti, inoltre, subiscono i danni diretti ed indiretti dovuti al degrado generale dell'ambiente del territorio. Ad esempio nella fascia compresa fra il mare e l'autostrada, che va da Ricortola a Poveromo, ormai, da anni, non riescono ad avere un franco di coltivazione privo da ristagni idrici che gli permetta di avere una buona riuscita quanti-qualitativa nella produzione degli ortaggi. “ Mirate. ... mirate, … le verdure al marciscene tutte, … an se po' manco entrare in tel campo” è la frase che si sente comunemente riferire da questi agricoltori-cittadini. Ora oltre ai campi, sono sempre allagati anche i giardini e le cantine. Tutto questo riporta ad una gestione di tutta la rete di fossi e canali che hanno caratterizzato l'area della pianura massese, ormai collassata, anche in presenza di piogge ordinarie. La fascia collinare-montana risente della mancanza di coltivazione del bosco e del sottobosco, che spesso è inversamente proporzionale all'età del conduttore, o del tutto assente per l'abbandono dell'area. Come riportato dai dati dell'ultimo Censimento dell'Agricoltura, le Aziende Agricole fanno anche lavori di manutenzione non legate alla attività produttiva, ma che riguardano il paesaggio agrario (Comune di Massa: manutenzioni di muretti 12% delle Aziende, manutenzioni di siepi e filari di alberi 2% delle Aziende) della quali, poi ne possono poi beneficiare tutti i cittadini. Poca cosa certo, ma in alcuni casi il dato è il doppio della media nazionale. La mancanza di Norme per il Governo del Territorio ha permesso il disordine assoluto nello sviluppo urbanistico della città, per cui anche una pioggia ordinaria mette in crisi non solo il settore agricolo ma tutta l'area comunale. Se a queste situazioni agronomico-forestali, aggiungiamo l'erosione, l'inquinamento chimico della zona industriale e quello organico del depuratore, si può dire che tutto l'ambiente del territorio massese negli ultimi 50 anni è stato fortemente compromesso. Che cosa si vuol fare, continuiamo a sperare che non piova, o che piova poco? Se diamo per accertato che i fenomeni atmosferici potranno essere nei prossimi anni sempre più spesso a carattere temporalesco, forse dovremmo rivedere i modelli e le opere di riferimento per la regimazione e lo scolo delle acque fino ad oggi adottati, riportandoli, localmente, a ordinarie Regole per Governo Territorio, abbinandole, ovviamente, al massimo rispetto della natura e dei cicli naturali. Se invece la situazione è irrecuperabile, considerando lo stato fisico dell'acqua, allora, nel periodo delle piogge, dovremmo trasformare le strade in “strade-alveo” in modo da far scorrere l'acqua verso il mare, lungo le strade asfaltate, avendo cura di “ormeggiare” e non parcheggiare l' automobile. * Gino Vannucci è dottore agronomo

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