sabato 5 febbraio 2011

Storia e ambiente da scoprire sull´Alta Via dei Monti liguri

Storia e ambiente da scoprire sull´Alta Via dei Monti liguri
ANGELA TORRAZZA
MARTEDÌ, 04 GENNAIO 2011 LA REPUBBLICA Genova

Il percorso lungo la provincia di Genova visualizzato con i vari riferimenti ambientali Originali i disegni con la descrizione dei panorami


Sltura e paesaggio racchiuse nelle "cartoguide" edite da Multigraphic di Firenze: è l´ultima iniziativa dell´Associazione Alta via dei Monti Liguri, realizzata dalla Direzione regionale della Liguria del Ministero per i beni culturali e dalla Regione, tappa di un progetto più ampio per valorizzare le risorse storico-ambientali di quell´itinerario davvero unico che è l´Alta Via. Per chi non lo sapesse si parla di un tracciato di circa 450 chilometri che congiunge Ceparana a Ventimiglia seguendo quasi fedelmente i crinali che dividono il versante marittimo da quello padano dell´Appennino, uno spartiacque di eccezionale valore paesaggistico e geografico (basti pensare che, poco oltre il Passo del Faiallo, sopra Arenzano, raggiunge la distanza minima assoluta in Italia, circa 6 chilometri dalla costa).
Riguardo l´Alta Via le pubblicazioni sono numerose tra libri descrittivi e cartine topografiche, anche perché, coprendo tutto l´arco regionale, si incrociano moltissime realtà territoriali che a loro volta hanno sviluppato interessanti iniziative di divulgazione. Nel corso dei secoli, quando non c´erano strade, e fiumi e torrenti straripando rovinavano i sentieri di fondovalle, i percorsi di crinale erano i più affidabili. Lo dimostrano i ritrovamenti in alcuni tratti dell´Alta Via: gli scavi del Castellaro di Uscio hanno per esempio dimostrato che sull´itinerario che congiungeva la Valle del Bisagno alla Fontanabuona, si trasportava il "metaofiolite" scavato sui monti del Voltrese, il miglior materiale europeo per armare zappe e asce prima che si conoscessero bronzo e ferro. Dal Medioevo in avanti, poi, l´itinerario principale appenninico era intersecato da una miriade di sentieri perpendicolari (le "vie del sale" ad esempio) utilizzati per il commercio tra la costa e la Pianura padana, e attorno ai quali si sviluppò anche un sistema agro-silvo-pastorale di cui ancora oggi si trovano testimoninanze.
Attorno a tutte queste considerazioni ecco, dunque, le nuove cartoguide. Per adesso sono tre: dal Passo del Faiallo ai Giovi, dai Giovi alla Sella Giassina e da lì al Passo del Bocco. Su un fronte, quello puramente cartografico, a cura dell´Istituto per la Storia della cultura materiale con la direzione scientifica di Tiziano Mannoni, è stata riportata l´ubicazione di 144 beni culturali e storico-ambientali: antichi nuclei rurali, depositi fossiliferi, edifici religiosi, fortificazioni, musei, siti archeologici, ecc... Un buon lavoro in parte vanificato da un´indicazione sentieristica e di strade che, pur seguita da un esperto escursionista e studioso quale Andrea Parodi, non ha l´attendibilità e la precisione che legittimamente ci si attendeva. Originale, sul retro della carte, il lavoro di Roberto Ghelfi, che illustra con originali disegni al semplice tratto di matita, i panorami salienti che si godono camminando e i temi edilizi più significativi (paesaggio rurale, cartiere e ferriere, castelli e torri).

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